Anche se per oggi è ancora solo in fase sperimentale, sembra che tra un paio di anni potremo riuscire a vedere finalmente il “Sistema Pubblico di Identità Digitale” conosciuto dai più come SPID. Un nuovo servizio, ancora in fase di sviluppo, che potrebbe essere considerata l’attuale carta dei servizi col codice fiscale o con la password della propria email, un identificativo indispensabile per usufruire di tutti i servizi pubblici.
In pratica l’SPID è un sistema pubblico ideato dall’Agid, una piattaforma che consente di creare un pin digitale unico per tutti i servizi online dei siti della pa. L’idea è vecchia di anni ma soltanto ora, dopo diversi cambiamenti di rotta e l’accreditamento di tre enti che la gestiranno – TIM, Poste Italiane e Infocert – è diventata realtà.
Dietro a questo sistema c’è un ente organizzatore che ha stabilito i criteri standard per gli enti certificatori e gestori di queste identità, che a loro volta si interfacceranno con gli utenti, fornendo il loro servizio di tramite ai servizi della pubblica amministrazione.
Per ottenere un’identità SPID, l’unica cosa che dovrà fare l’utente è dare il nome, cognome, sesso, luogo e data di nascita, codice fiscale, estremi del documento d’identità, mail e numero di cellulare ad uno dei tre service disponibili. Un sistema pensato per sostituire gli attuali servizi e non per affiancarli, così da essere più efficiente, veloce e utilizzabile liberamente ed in qualsiasi momento da tutti i cittadini.
In questo momento sono attivi 114 servizi dell’Inps (dal riscatto della laurea alla richiesta degli assegni), 103 servizi dell’Inail, alcuni dell’Agenzia delle Entrate. Sei Regioni sono pronte (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Marche e Toscana) a fornire, tramite un form SPID, la possibilità di pagare tributi, multe e ticket. All’elenco va aggiunto anche il comune di Firenze. Entro giugno dovrebbero essere attivi 600 servizi, entro la fine dell’anno si conta di arrivare a sei milioni di identità uniche.
Un aspetto interessante dello SPID è il suo triplo livello di profondità che corrisponde anche al livello di sicurezza. Il primo livello, fornito da tutti e tre indistintamente a titolo gratuito, è quello che consente all’utente di autenticarsi con una user-id e una password (da cambiare due volte l’anno). Il secondo livello, sempre fornito gratuitamente, ma dove i provider mettono in campo le loro soluzioni particolari, richiede anche un codice temporaneo, ad esempio un sms per applicare lo SPID una volta sola oppure una password a tempo. Per il terzo livello, ancora non fornito, l’utente avrà bisogno anche di un dispositivo di accesso (come una smart card).
Per ora dovrebbero essere tre, gli enti che forniranno questo servizio:
Infocert punta su una registrazione online brevettata, che non necessita di altri passaggi fisici (ma costa 15 euro) altrimenti sono necessarie la firma digitale, la Carta di Identità Elettronica o una Carta Nazionale dei Servizi
SPID con Poste Italiane consente di usare la sua applicazione con la ID di Poste, il sistema BancoPosta con lettore, il cellulare certificato per le attività collegate al conto, oltre naturalmente al Cie e CNS, ma ha attivato molti suoi uffici dove è possibile chiedere le credenziali.
Sistema per ora solo online da parte di TIM, che sfrutta il Nuvola Store e fornisce una serie di tool tra i quali è compresa anche una dashboard. Proprio i dipendenti di Telecom faranno da apripista per SPID, perché tutti i 53 mila lavoratori dell’azienda avranno fin da subito la loro identità digitale identificando una base di partenza immediatamente corposa.
Vi ricordiamo che lo SPID sarà gratuito solamente per i primi due anni, dopodichè avrà un costo, che varierà in base a livello scelto, quindi il livello tre sarà quello più costoso, dato che è il più utile e funzionale. Il vantaggio dell’affidarsi a SPID sarà misurato dal modo in cui ci si rapporterà al servizio: se sfruttato, e se si sposta sul digitale la base dei propri rapporti con la PA, allora il bilancio sarà probabilmente positivo. Cosa che purtroppo ancora non si sa, è quali e quanti servizi saranno attivati dalla PA e di che livello di qualtà, perchè chiaramente anche questo ha un certo peso nell’utilizzo dello SPID.
In termini generali SPID è stato criticato per due ragioni, una valida (la concorrenza tra operatori) e l’altra meno. Quella sbagliata, o comunque eccessiva, è quella che scomoda il concetto di profilazione. La tecnologia è identica a quella in uso su Google, Facebook e sui servizi di eCommerce. Ma il punto è che questa volta deve essere lo Stato a produrre una piattaforma in grado di catturare e conservare in sicurezza una mole così grande di dati sensibili su ogni ambito della vita delle persone – figli, salute, spostamenti, condizione economica e molto altro – per di più facendola gestire a tre società private che entreranno in diretta concorrenza tra di loro. Un aspetto che non convince assolutamente gran parte dei cittadini, ma che purtroppo si è dovuto fare, perchè lo Stato non ha ne la forza, ne la competenza per farlo da solo.
Voi che ne pensate di questo nuovo Sistema pubblico di identità digitale?