RECENSIONE — The Witcher 3: Wild Hunt

RECENSIONE — The Witcher 3: Wild Hunt

Finalmente il gioco perfetto? Il capolavoro che tutti aspettavano? Spoiler alert…no.

La seguente recensione è basata sulla versione per Ps4.

INTRODUZIONE, STORIA E PERSONAGGI  9.5      

La saga di The Witcher è basata sui romanzi fantasy di Andrzej Sapkowski ed è ormai giunta al terzo episodio. Inutile descrivere, quindi, come il mondo di The Witcher 3: Wild Hunt (da qui in poi WH) funzioni, sia bello ed accattivante, ma sopratutto vastissimo. Per rendere l’idea, la mappa di The Elder Scrolls: Skyrim copre 39 Km quadatri circa, quella di WH 132!

WH inizia dove Assassins of Kings era terminato: Geralt of Rivia è ormai libero dalle accuse dell’assassinio del re della Tameria e voi, indipendentemente dal finale ottenuto nell’episodio precedente, vi ritroverete ancora una volta ad impersonare il vostro witcher preferito. Questa volta però la quest principale vi vedrà alla ricerca di Ciri, la “quasi-witcher addestrata e cresciuta da Geralt come una figlia, ma ora dispersa ed inseguita dalla Wild Hunt, un’orda di demoni scheletrici non propio “carini e coccolosi”.

Quello che rende WH un gran titolo è proprio la storia. Ogni missione contribuisce alla trama principale sviluppando allo stesso tempo una o più sotto-trame affascinanti. Ogni singola quest di WH è più interessante, piena di mistero e colpi di scena dell’intera plot-line di Destiny. Gli avvenimenti non sono mai banali, i finali multipli e lo scenario incredibilmente realistico.

Come ogni buon libro fantasy che si rispetti, i personaggi sono incredibilmente ben caratterizzati. Geralt è un personaggio complesso, i suoi compagni di avventura ancora di più. Ogni singolo NPC incontrato ha un carattere diverso ed un preciso profilo psicologico interessante e ben sviluppato. Se la vostra passione è quella di immergervi nel mondo fantasy di una grande saga avete fatto bingo!

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WH meriterebbe l’eccellenza in questa sezione ma gli assegnamo un mezzo punto in meno per il look quasi ridicolo dei personaggi femminili. WH  è un gioco maturo, in cui il giocatore si trova davanti a situazioni complicate, decisioni morali difficili ed intrighi dalle tante sfaccettature…in mezzo ad un mare di decolté di taglia importante, mezzi scoperti e dai movimenti quasi hentai. Basta, non se ne può davvero più.

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GAMEPLAY ED ATTIVITÀ DI GIOCO  6.5

Dare un voto a questo aspetto di WH è difficilissimo ed il 7 qui sopra è una media ponderata tra il 5.5 per il puro gameplay ed il 10 da assegnare alle attività di gioco. Cominciamo dall’aspetto più riuscito.

WH è pieno zeppo di cose da fare: quest secondarie, contratti da witcher, ricerche del tesoro, nidi di mostri da distruggere, mercanti ed altri NPC da liberare da campi di banditi, un (davvero divertente e ben pensato) gioco di carte collezionabili chiamato Gwent e molto, molto altro. Qualcosa di interessante vi aspetterà dietro ogni angolo, tronco o casa abbandonata e la varietà e qualità dei misteri che scoprirete raggiunge il top della gamma. In The Witcher 3  non ci si annoia mai…o quasi.

È già, perché mentre molti altri reviewer d’oltreoceano si sono forse fatti prendere la mano dall’hype ed hanno giudicato questo titolo quasi perfetto, noi di Atomtimes ci sentiamo di dissentire. Se è vero che il gameplay, specialmente in combattimento, è divertente ed interessante è anche vero che può risultare ripetitivo ed irritante e che soffre di difetti e bug davvero frustranti. Ne elenchiamo un paio come esempio.

In primis, Geralt subisce un danno enorme ed assolutamente seccante cadendo da qualsiasi muro o roccia poco più alta di un NPC. La cosa diventa particolarmente frustrante alle difficoltà più alte del normale, dove l’unico modo di recuperare salute è consumando cibo o pozioni (e quindi soldi e/o risorse). Premere cerchio prima di toccare il terreno riduce il danno ma non risolve il problema.

Per continuare, lo stesso pulsante (L2) governa le parate durante i combattimenti ed i “witcher senses” al di fuori. Peccato che il gioco non sia perfetto nel capire immediatamente se siete in un combattimento e spesso, troppo spesso, vi ritroverete ad entrare in modalità sensi del witcher mentre un mostro vi sta per colpire, il suo colpo andrà a segno e sarete costretti ad affrontare lui ed i suoi alleati con metà punti vita.

Il problema principale peró risiede nel livellamento semplicemente improponibile delle quest. La facilità con cui si supera il livello consigliato di ogni quest principale è disarmante e selezionando una difficoltà inferiore alla massima ci si ritrova presto a fare una passeggiata nel parco sferrando colpi mortali ad ogni nemico e boss che incontrerete.

In fine, proprio a causa dell’aspetto sopracitato, mentre l’intero reparto alchemico risulta ben creato, studiato e pensato, vi ritroverete spesso ad usare le solite due/tre pozioni ed ad affrontare i vostri nemici usando la forza bruta. Forse farete un po’ più di fatica, ma la pigrizia di entrare nella logica dell’alchimia di WH potrebbe avere la meglio. Questo è davvero un peccato perché, primo, con un piccolo sforzo scoprireste un mondo davvero affascinante e, secondo, affrontare i combattimenti facendo uso solo dell’acciaio (o dell’argento per i mostri) risulta molto ripetitivo – ne sono ulteriore prova le corte ma frequenti sessioni di gioco con Ciri durante le prime 20/30 ore di gioco.

Purtroppo il nostro spazio é limitato, ma vale la pena almeno nominare l‘eccellente comparto ruolistico dello sviluppo del personaggio ed il divertente utilizzo dei segni (i sostituti degli incantesimi per un witcher).

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GRAFICA, AUDIO ED ASPETTO TECNICO — 10

Applausi a scena aperta. The Witcher 3: Wild Hunt  è il più bel gioco mai visto su console. I personaggi, le loro espressioni, le loro rughe ed i lori pori della pelle (!!!) sono così reali che a volte sembra si tratti di attori in carne ed ossa. I paesaggi sono mozzafiato sia da un punto di vista tecnico che creativo. Le città, i villaggi, le foreste, le isole, i mari, tutto in WH è poetico, realistico e visivamente impressionate.

Il comparto audio non è da meno. I versi dei mostri e le musiche sono epici e memorabili ed il doppiaggio (in inglese sottotitolato in italiano) è davvero ottimo e rende l’esperienza ancora più realistica ed appassionate.

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COMMENTO FINALE

The Witcher 3: Wild Hunt: capolavoro o semplicemente un gran bel gioco? Qui ad Atomtimes pensiamo che la seconda definizione sia più corretta. Ad un mondo di gioco assolutamente fantastico con una storia e dei personaggi eccezionali (ma non di originale creazione di CD Project Red) corrisponde un gameplay appena sufficiente, interessante di per se ma dilaniato da bug, difetti di progettazione ed un livellamento ridicolo.

Da una parte, penalizzare eccessivamente WH per questi difetti sarebbe sbagliato. Il titolo CD Project offre un mondo vasto e vivo come pochi nell’industria. Quest’ultimo, insieme al fascino della storia, cattura comunque il giocatore e crea la spinta necessaria per completare il gioco anche oltre la quest principale — raggiungendo più di 100/120 ore i gioco. D’altra parte, peró, cosa sarebbe un videogioco senza gameplay? Un film e poco piú. I difetti menzionati devono, perció, pesare piú degli aspetti positivi.

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In definitiva, ci sentiamo di consigliare WH senza troppe remore ma il nostro cuore di videogiocatori piange per quello che poteva essere il gioco del secolo e che si vede invece superato da altri titoli in circolazione, realizzati con più attenzione per i dettagli del videogioco in se, oltre che a quelli grafici e del mondo di gioco.

VOTO 8