Samsung compra Joyent per entrare nel mercato del cloud computing

Samsung compra Joyent per entrare nel mercato del cloud computing

La coreana Samsung ha acquisito Joyent, provider di servizi cloud pubblico e privato, per entrare ufficialmente nella competitiva arena del cloud.

Joyent, almeno per quanto riguarda il mercato dei servizi cloud, è un’azienda poco conosciuta in Italia alla quale associamo il framework JavaScript Node.js (progetto che ha subito alcuni “scossoni” nel 2015). Samsung non ha invece bisogno di presentazioni essendo uno dei protagonisti indiscussi del settore high tech.

La notizia di oggi è quindi facilmente intuibile dalla premessa e dal titolo: la compagnia coreana ha annunciato ufficialmente l’acquisizione di Joyent, una mossa che ha attirato l’attenzione dei siti specializzati per vari motivi. Il primo è inerente la perdita di un cliente di peso per due dei principali provider del mercato ovvero Amazon Web Services e Microsoft: fino ad oggi Samsung si era infatti appoggiato a questi ultimi, soprattutto a Jeff Bezos e soci, per i propri servizi legati ai dispositivi mobile e non solo.

“Il cloud è [strategico per il lancio di qualsiasi servizio]. I nostri competitor hanno già investito pesantemente in infrastrutture cloud. Con l’espansione dei nostri servizi, affidarsi ad Amazon e Microsoft si è rivelato essere insufficiente per le nostre necessità interne” ha affermato Injong Rhee (CTO divisione mobile Samsung).

In passato la divisione IT della compagnia aveva più volte studiato la realizzazione “in house” di un’infrastruttura, vista la cruciale importanza attualmente rivestita dai servizi erogabili via cloud, ma i progetti erano stati sempre scartati. Perchè non appoggiarsi allora a qualcuno in grado di fornire già il know how necessario?

Ed è proprio quello che ha pensato Samsung: grazie all’esperienza ed alla tecnologie Joyent (object storage, node.js, server-less computing, infrastruttura cloud rodata etc.), ha aggiunto Rhee, l’azienda sfrutterà l’autonomia garantita da un’infrastruttura proprietaria, abbassando inoltre i costi da sostenere rispetto al classico “noleggio” di capacità computazionale e storage presso altri provider – una dichiarazione [secondo motivo] che riaccenderà sicuramente il dibattito tra sostenitori del passaggio “in blocco” nel cloud pubblico (costi più bassi, maggiore affidabilità) o dei vantaggi di un’infrastruttura propria (autonomia, costi più bassi).

Il terzo ed ultimo motivo riguarda le possibili implicazioni che potrebbe avere un’espansione ulteriore di Samsung nel settore – dichiaratosi interessato, stando alle parole di Rhee, alle “applicazioni web, mobile, IoT [Internet of Things] di prossima generazione”.

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