Tutti i dettagli sul grande scandalo Facebook e Cambridge Analytica e sui dati raccolti

Tutti i dettagli sul grande scandalo Facebook e Cambridge Analytica e sui dati raccolti

Come molti di voi ormai sapranno, in questi giorni Facebook e la grande società di analisi dati Cambridge Analytica sono al centro di un grandissimo scandalo riguardo dati raccolti dal social network e utilizzati in seguito per influenzare l’esito della Brexit e delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016.
Tutto il caso sembra essere partito da alcune inchieste del Guardian e New York Times e letteralmente scoppiato questo fine settimana scorso.
Ma vediamo ora quali sono le accuse rivolte contro le due società e cosa è successo precedentemente.

Stando a quanto è emerso fino ad ora sembra che la Cambridge Analytica sia stata accusata di aver ottenuto impropriamente i dati di 50 milioni di utenti Facebook e di averli utilizzati per individuare le persone più appropriate per influenzare sia la propaganda elettorale di Donald Trump, che la campagna a favore della Brexit, cambiando così inevitabilmente l’esito delle due votazioni.

Facebook invece è sospettata di non aver monitorato molto attentamente il trasferimento dei dati, dal momento che la Cambridge Analytica ha fornito una certificazione con la quale dichiarava che i dati in suo possesso acquisiti impropriamente erano stati distrutti, cosa che invece Facebook non sembra aver fatto.
Ora sia il governo britannico che quello statunitense si sono attivati per avviare una serie di indagini ufficiali sull’accaduto e hanno già fatto sapere che parleranno nei prossimi giorni con l’amministratore delegato e fondatore di Facebook Mark Zuckerberg ed i responsabili della Cambridge Analytica.

Per molti questo scandalo si profila come la peggiore crisi legata alla protezione dei dati personali mai affrontata da Facebook.


ECCO QUELLO CHE È ACCADUTO

Secondo quanto è emerso dalle ultime informazioni, tutto è nato dall’app thisisyourdigitallife, creata dal docente di psicologia, Aleksandr Crogan, all’università di Cambridge nel Regno Unito. In pratica la forza di quest’applicazione ( e quello che prometteva) è di prevedere il comportamento degli utenti raccogliendo tutti i dati raccolti da Facebook, come per esempio i  “mi piace”, gli articoli letti, compleanni, indirizzi, gli interessi, le pagine seguite e tutte le altre tante informazioni che ad oggi si possono acquisire dal social network. Chiaramente per fare tutto questo era necessario fare il log in usando le credenziali personali!

L’applicazione fu lanciata nel 2015 e in quello stesso anno fu scaricata da ben 270.000 persone, ma tre anni fa il regolamento di Facebook era ben diverso e permetteva infatti agli sviluppatori di accedere ai dati non solo di chi aveva effettuato il login, ma anche di tutti gli altri amici senza necessità di effettuare segnalazioni o avvisi. Il punto fondamentale dal quale si può dire è nato gran parte del problema, e che ora sta mettendo in grave difficoltà sia Facebook che la Cambridge Analytica. Stando a quanto raccolto fino ad ora, sembra che tramite quell’app siano stati raccolti ben 50 milioni di dati personali e relativi alle attività che svolgevano quotidianamente sull’applicazione. (Un dato che secondo alcuni è anche molto ottimistico, dal momento che ci sarebbero molte informazioni del tutto inutili!)

Essendo all’epoca legittimo la raccolta dati di questo tipo, i portavoce della società si sono impegnati a fondo per far capire la definizione di “falla dei dati” (data breach) usata nelle inchieste originali da cui è partito tutto lo scandalo. Purtroppo tutto questo lavoro è servito solamente in parte, dal momento che il creatore dell’app ha venduto i dati raccolti alla società Strategic Communication Labs e alla Cambridge Analytica, violando automaticamente tutti i termini di Facebook.

Da parte sua la Cambridge Analytica ha dichiarato che, una volta scoperto che i dati erano stati ottenuti impropriamente, segnalò tutto l’accaduto a Facebook, che procedette per distruggere tutti i dati (teoricamente!). Infatti Facebook rimosse l’app thisisyourdigitallife ma non sospese gli account di Cambridge, di SCL o delle altre parti coinvolte; cosa che ha fatto solo recentemente, quando sono state pubblicate le prime inchieste del Guardian e New York Times, spiegando che aveva ricevuto informazioni secondo cui i dati ottenuti due anni fa non erano stati cancellati del tutto.

IMPLICAZIONI POLITICHE

Trattandosi di uno scandalo accusato di aver influenzato ben due tipi di votazioni, nel Regno Unito e negli Stati Uniti, capite subito che ha impiegato pochissimo per raggiungere proporzioni gigantesche e raggiungere anche l’attuale presidente degli Stati Uniti, Donal Trump.
Questo perchè fu Brad Pascale, un informatico assunto dal genero di Trump, Jared Kushner, a suggerire di contattare la Cambridge Analytica per avere maggiori informazioni sui dati acquisiti impropriamente. Inoltre all’epoca il responsabile elettorale di Trump, e direttore del giornale di estrema destra Breitbart News, era Steve Bannon il quale era stato anche vicedirettore della società madre della Cambridge Analytica, la Strategic Communication Labs, e fu lui a supportare anche l’ingaggio.

Riguardo a Brexit, invece, la storia si protrae già da fine 2017. Sempre il Guardian aveva pubblicato un’inchiesta su come Cambridge Analytica fosse in contatto con tutti i principali leader sostenitori della fuoriuscita del Regno Unito dall’Europa (incluso Nigel Farage, all’epoca leader del partito populista UKIP), attraverso amicizie in comune di Trump, Bannon e Robert Mercer, miliardario fondatore e maggior azionista di Cambridge Analytica.

In tutto questo chiaramente c’è anche un collegamento “all’influenza” della Russia, dal momento che Micheal Flynn, ex consigliere sulla sicurezza nazionale di Trump, era stato incriminato per aver mentito all’FBI sui suoi contatti con il governo russo. Infatti alcuni documenti fiscali provano che Flynn fu anche consigliere per un’azienda che si occupava di analisi dei dati per il comitato elettorale di Trump-Cambridge Analytica.

IL PUNTO AD OGGI

Dopo avervi illustrato in generale tutti i fatti accaduti, le accuse ed i coinvolgimenti politici, ad oggi possiamo dire che la vicenda è colma di sospetti, supposizioni, ipotesi, ma mancano ancora delle prove incriminanti e concrete, dal momento che la Cambridge Analytica sostiene di aver distrutto ormai tutti i suoi dati e ancora non si riesce a provare quanto il suo lavoro sia stato “influente” nelle due campagne elettorali.

 

RIPERCUSSIONI SULLE AZIONI

Sicuramente uno scandalo di questo tipo non è mai una buona pubblicità per un’azienda come Facebook, ed infatti in borsa le azioni della società hanno perso fino al 10% (come riportato da Bloomberg), corrispondenti a decine di miliardi di dollari di valore di mercato; e la cosa ancora più brutta è che il colpo ha avuto ripercussioni anche sulle altre aziende della società, come per esempio Twitte e Snapchat.

Stando a quanto riporta The Verge, entro la settimana si terrà una riunione di emergenza in cui i dipendenti potranno fare domande a Mark Zuckerberg e altri dirigenti sull’intera vicenda; durerà mezz’ora, e sarà trasmessa in streaming (internamente) per i dipendenti che non lavorano al quartier generale.

Zuckerberg, però, potrebbe dover affrontare interrogazioni ben più importanti: sia Democratici che Repubblicani negli USA hanno chiesto un’audizione parlamentare. Nel Regno Unito, nel frattempo, le autorità si stanno procurando un mandato per esaminare i server di Cambridge Analytica. L’ha comunicato Facebook, che ha detto che al suo team forense privato è stato chiesto di non intervenire in attesa di quello del governo.

Uno scandalo che ha anche scoperto e portato alla luce delle pratiche di guerra psicologica, di minaccia e di estersione, che possono essere utilizzate da aziende come la Cambridge Analytica per aumentare i loro guadagni. Infatti una delle fonti principali dell’inchiesta del Guardian è Christopher Wylie, ex dipendente proprio di Cambridge Analytica che sostiene di essere il responsabile dello sviluppo dell’algoritmo di profilazione estremamente dettagliato usato dalla società durante le campagne elettorali di cui abbiamo parlato.

Ora sarà da vedere come si evolverà la vicenda e quali nuove informazioni emergeranno dalle indagini in corso.

 

 

Fonti:

‘I made Steve Bannon’s psychological warfare tool’: meet the data war whistleblower, Carole Cadwalladr, The Guardian

Facebook’s Role in Data Misuse Sets Off Storm on Two Continents, Matthew Rosenberg e Sheera Frenkel, The New York Times

Cambridge Analytica responds to Facebook announcement, Comunicato stampa, Cambridge Analytic

Suspending Cambridge Analytica and SCL Group from Facebook, Paul Grewal, VP & Deputy General Counsel, Facebook

The great British Brexit robbery: how our democracy was hijacked, Carole Cadwalladr, The Guardian

Facebook Brings Down FANG Stocks, Nancy Moran e Brandon KochkodinBloomberg

Facebook will hold an emergency meeting to let employees ask questions about Cambridge Analytica, Casey Newton, The Verge

Pursuing Forensic Audits to Investigate Cambridge Analytica Claims, Comunicato stampa, Facebook

Revealed: Trump’s election consultants filmed saying they use bribes and sex workers to entrap politicians, Channel 4