Durante la Huawei Developer Conference (HDC) l’azienda cinese ha presentato il tanto discusso e atteso nuovo sistema operativo proprietario, Harmony OS. Un sistema multipiattaforma che sarà in grado di adattarsi a tutti i tipi di dispositivi, dagli speaker, agli smart screen, smartphone, servizi Huawei Vision e per tanti altri prodotti.
HarmonyOS si basa su un nuovo microkernel ed è stato definito dallo stesso Yu come “completamente diverso da Android e iOS“, un sistema open source con architettura sicura e affidabile, capace di offrire un’esperienza d’uso unica. La buona notizia per gli sviluppatori è che basterà realizzare una sola volta le applicazioni, la flessibilità di HarmonyOS li adatterà poi a tutti i dispositivi dell’ecosistema.
Stiamo entrando in un’era in cui le persone si aspettano un’esperienza olistica intelligente attraverso tutti i dispositivi e gli scenari. A supporto di ciò, abbiamo ritenuto importante disporre di un sistema operativo con funzionalità multipiattaforma migliorate – ha dichiarato sul palco Richard Yu, CEO della divisione Consumer Business Group – Avevamo bisogno di un sistema operativo che supportasse tutti gli scenari, che potesse essere utilizzato su un’ampia gamma di dispositivi e piattaforme e che potesse soddisfare la domanda dei consumatori di bassa latenza e sicurezza.
La cosa positiva di questo sistema gli sviluppatori è che non dovranno iniziare da zero per sviluppare le applicazioni, ma potranno migrare quelle di Android dato che è stata confermata la compatibilità con il sistema di Google.
Nel comunicato stampa si parla molto di come le applicazioni non cambieranno tanto tra uno smartphone o uno smartwatch, ci sarà un’interazione differente a causa delle dimensioni del display, ma le funzioni e la grafica dovrebbe essere la medesima. Alla base troviamo quella che Huawei chiama “distributed architecture” e “distributed virtual bus technology“, su cui andremo più nel dettaglio nei prossimi giorni.
Uno dei punti più importanti di questo nuovo sistema sarà la rapidità di esecuzione, dal momento che alla base dell’OS ci sarà il “Deterministic Latency Engine”, che fornirà la priorità alle task e metterà a disposizione più risorse per quelle funzioni o applicazioni.
Naturalmente c’è l’architettura Microkernel che promette sicurezza massima e bassa latenza. L’obiettivo di Huawei è di semplificare le funzioni del kernel, alleggerirlo di molte delle funzioni (come i system services) e lasciargli il solo compito di gestire thread scheduling e IPC.
Altra cosa molto interessante è la compilazione unificata, ovvero la possibilità di di realizzare un’applicazione (o migrarla da Android) e compilarla tramite multi-device IDE una sola volta per tutti i dispositivi compatibili; dal momento che dopo ci penserà l’OS ad adattarla automaticamente ai dispositivi. Questo sistema renderà le cose più semplici agli sviluppatori, così da invogliarli a creare sempre più applicazioni e funzioni per il nuovo Harmony OS.
Ad agevolare il tutto il compilatore statico Huawei ARK, il primo che, a quanto pare, sia in grado di eguagliare la virtual machine Android, supportare diversi linguaggi e compilarli tutti insieme.
La roadmap di Harmony OS parte ufficialmente da oggi 9 agosto con la versione 1.0 e continuerà fino al 2022 per le compatibilità con i VR e gli altri dispositivi; ma già dal 2020 potremo vederlo sui primi PC, notebook, smartwatch e fitness band con la versione 2.0.
Sicuramente saranno due anni molto importanti e impegnativi per l’azienda, dove potremo vedere l’evoluzione di questo sistema, la sua flessibilità e funzionalità sui dispositivi mobile e soprattuto se riuscirà a togliere importanti fette di mercato ai suoi diretti concorrenti, Android e iOS.