Un decreto potrebbe obbligare Apple ad inserire una backdoor nei dispositivi venduti a NewYork

Un decreto che sarà votato nelle prossime ore vuole obbligare le aziende come Apple che vendono prodotti all’interno dello stato di NewYork ad inserire una backdoor per permettere l’accesso da parte dell’autorità nel caso fosse necessario.

La backdoor dovrà essere inserita in ogni smartphone costruito dopo l’1 Gennaio 2016 venduto e comprato a NewYork e dovrà essere possibile ottenerne l’accesso tramite sblocco e decrittazione dei dati da parte del suo produttore o fornitore di sistema.

Il rendere più debole la crittografia dei dispositivi è una cosa molto discussa soprattutto nella Silicon Valley dove i colossi si rifiutano di mettere a rischio le informazioni dei clienti inserendo una backdoor che potrebbe non essere utilizzata solo dalle forze dell’ordine ma anche da hacker e malintenzionati.

I sostenitori del decreto si dichiarano contrari alla perdita delle prove contenute all’interno di un dispositivo se protetto da password in quanto criptato. In più questo fattore renderebbe più sicuri i criminali consci di potersi affidare a simili sistemi per rendere inaccessibili le prove di crimini.

Anche il direttore dell’NSA Michael Hayden si è dichiarato contrario al decreto, che imporrebbe ad Apple una multa di 2.500$ per ogni dispositivo venduto senza rispettare questo requisito, sostenendo che la criptazione end-to-end è un bene per l’america anche se rappresenta uno degli ostacoli più grandi per l’FBI e le organizzazioni governative garantisce la libertà di pensiero ed è una sicurezza in più per gli Americani al contrario di una backdoor.