Recensione djay 2 per iPhone

Recensione djay 2 per iPhone

I dispositivi odierni come smartphone e tablet sono molto predisposti all’impiego nel settore dell’audio in mobilità e Algoriddim sviluppa software davvero interessanti a riguardo.
La software house realizza app per il campo dello sviluppo di software di mixing ormai da anni ed è stata in grado di guadagnare una certa notorietà, anche grazie alla vittoria del premio Apple Design Award nel 2011.
A quasi tre anni dal rilascio degli applicativi, djay torna a far parlare di sé. Una nuova e corposa versione è stata rilasciata lo scorso 26 Luglio su App Store
La software house ha dedicato svariato tempo allo sviluppo del nuovo prodotto vediamone le funzionalità insieme in questa recensione dedicata.

Eccoci davanti a djay 2. Sebbene la struttura portante dell’interfaccia principale possa sembrare molto familiare, Algoriddim ha svolto un vero e proprio restyling completo basato prettamente sulle debolezze che aveva la UI della precedente versione, e sulle avversità nell’utilizzo della stessa da parte degli utenti, pro e non.
L’approccio familiare con l’interfaccia è in realtà un punto cardine, poiché consente a chi da anni utilizza l’applicazione di non perdere i progressi conseguiti durante l’esperienza djay; un fattore che sicuramente non va sottovalutato. Buona parte dello schermo è occupato dai deck, ispirati come al solito a due comuni piatti da vinile dotati anche di bracci meccanici e puntina. A fare da contorno troviamo i classici tasti per aggiungere le canzoni al deck, posti in alto a sinistra per ogni piatto. Questi potevano porsi in vesti lievemente più grandi.
Passiamo invece alla cornice. Lateralmente troviamo i classici moduli per la regolazione del pitch, la quale può avvenire o tramite leva classica o tramite i tasti “+” e “-” a pressione prolungata. Associati anche gli indicatori del tempo in BPM, i tasti per accedere agli effetti (illustrati in seguito), e quelli per fissare il pitch. Questi ultimi in djay 2 sono stati spostati in una posizione più intelligente e comoda da attivare rispetto a quella precedente.

Il lato inferiore della UI è caratterizzato dai classici comandi per la gestione della riproduzione: tasti play, tasti di Set per fissare i cue point e tasti per l’attivazione dei cue point fissati. Risalendo lungo la zona centrale vediamo in evidenza un ampio scomparto dedicato all’Automix, funzione che in automatico consente di creare semplici mix con tutto il contenuto del dispositivo, e un nuovo tasto dal quale si accede ad un’interfaccia pad a 12 tasti. Tale interfaccia (di cui parleremo nel capitolo successivo), nuova killer feature di djay 2, è però decisamente troppo difficile da trovare sull’interfaccia sia dal punto di vista d’intuitività che in dimensioni. La cosa meriterebbe un update risolutivo.
Zona superiore. Anche in questa porzione di interfaccia troviamo elementi abbastanza classici, scelti secondo esigenze importanti e non stravolti rispetto all’edizione precedente. Oltre ai comuni indicatori per il titolo, il tempo di riproduzione, l’onda sinusoidale che in in djay 2 si presenta in forma variopinta a seconda delle tipologie di suono riprodotto, e ai gain con indicatori LED su due canali, troviamo i tasti per accedere alle impostazioni, alla registrazione, alle info, e alla modalità a brani affiancati, altra novità della nuova applicazione.
Prima di esaminare nello specifico tutti i menu fondamentali che djay 2 mette a disposizione degli impavidi manipolatori di brani, possiamo sicuramente dire che a livello sommario Algoriddim propone un’interfaccia utente davvero piacevole e migliorata rispetto a quella forse troppo minimalista di djay in edizione precedente. I colori dei componenti sono meno cupi, e la collocazione di questi è stata estremamente migliorata per le scomodità che offriva. Il lavoro, in questo caso, è davvero ben fatto.

HD Waveforms


Una chicca particolare che Algoriddim ha voluto integrare all’interno della nuova applicazione è proprio questa, HD Waveforms (il marchio è oltretutto registrato). Questo è sostanzialmente un nuovo modo di concepire le onde che compongono lo spettro dei brani con modalità e misure apposite per gestirli al meglio.
Fra i suoi meandri troviamo la nuova vista a scorrimento parallelo del suono dalla dubbia utilità, la timeline dello spettro che identifica in modo approssimativo la struttura della canzone (intro, cori, ritornello, ecc.), il beat grid per l’automarcatura visuale delle battute, la Slice Mode per utilizzare hot cue provvisori rilevati in base alle battute rilevate nello spettro, e la Slip Mode per lo scratch in parallelo, simultaneo alla riproduzione del brano. L’ultima citata è probabilmente quella riuscita meglio, molto soddisfacente.
La novità più interessante che HD Waveforms introduce è però la colorazione dello spettro. Questo, sia nella comune modalità a deck che in quella a scorrimento parallelo appare colorata in base alla tipologia del suono presente su quella frequenza. Capiamoci meglio: sulla sinusoide i clap avranno un colore, gli snare un altro, i bassi un altro, e via discorrendo. Ciò significa che, senza neanche sentire il brano in pre-ascolto, sarete in grado nella fase di mixing di percepire immediatamente la natura del pezzo, qual è il suono che sta per essere riprodotto, ed eventualmente campionarlo in un attimo. Bella idea Algoriddim, funziona.

Playlist

Oltre alle novità citate, djay 2 introduce anche svariati miglioramenti tra i menu e le funzioni già presenti nell’edizione precedente. Un grande restyling è stato dedicato al menu della Playlist che, oltre ad avere un aspetto differente, presenta numerose funzionalità interessanti. Fra queste, quelle degne di nota sono sicuramente la possibilità di mettere in coda le canzoni, quella di visualizzare quali canzoni andranno in coda e quali sono state già riprodotte, le modalità a pieno schermo, temi notturni e diurni, e storico dedicato alle varie sessioni.
Il menu è più pulito, decisamente migliorato rispetto all’edizione precedente, e regala le sue piccole soddisfazioni in ogni tipologia di sessione.

Effetti


Vuoi o non vuoi, per i DJ gli effetti sono cose fondamentali. La precedente versione di djay aveva già dedicato ampio spazio a tale sezione, e infatti in djay 2 non troviamo nessuna novità abissale a riguardo, se non una nuova modalità di navigazione per i sottomenu inclusi. L’equalizzatore è un tre bande comune, gli effetti rimangono pressoché invariati, e stessa concezione di acquisizione loop classica (dotata di in e out) e di fissaggio dei cue point, fino a tre simultanei.
Forse si poteva fare qualcosa di più, ma l’esperienza nella parte FX rimane comunque buona. La nuova grafica ha oltretutto reso possibile un utilizzo degli effetti decisamente più rapido e immediato, cosa fondamentale.

Conclusioni

L’esperienza di mixing è davvero molto interessante, soprattutto grazie ad HD Waveform e al nuovo menu di campionamento. Quest’ultimo rappresenta una novità molto interessante per tutti i DJ di nuova generazione abituati a disporre di pad per riprodurre sample campionati al volo o preparati prima delle performance.
Altro punto sostanziale è la stabilità. Il nuovo prodotto Algoriddim risponde molto meglio rispetto al primo djay nella totalità di tutte le sue funzioni. Il fetching dello spettro per ogni brano avviene ad esempio molto più velocemente, l’azione dei tasti è più immediata, la risposta dei piatti è precisa: tutto funziona meglio. Per quanto riguarda lo scratch invece, niente di particolarmente innovativo. Le sessioni di “manipolazione tattili” dei brani non sono apparentemente superiori, ma la cosa è dettata principalmente dal limite del touch screen che ad oggi non dispone di un feedback tattile, fondamentale per gli scratcher.
Il Perfect Sync (altro marchio registrato) consente invece di mettere a tempo in modo del tutto automatico i brani senza il minimo sforzo, proponendosi ad un’utenza anche non particolarmente avanzata e dando grandi soddisfazioni (fino ad un certo punto, la musica non si suona da sé). Note positive anche per le fasi di registrazione. Queste vengono codificate in formato AIF e poco compresse, regalando alle occasioni di mixing da voler riascoltare un’ottima qualità.

Djay 2 è un’App probabilmente più vicina all’utenza basic che vuole iniziare a fare pratica o suonare in situazioni che non arrivano mai alla serata da club, almeno non se è solo il tablet a costituire il proprio “armamento da live”. Cosa che è sicuramente da portare in evidenza infatti, è la disponibilità di più dispositivi hardware compatibili di default con djay 2. Tra i produttori di questi troviamo Pioneer, Vestax e Numark, nomi di spicco che lasciano intendere quanto il potenziale dell’applicazione è stato carpito anche dai professionisti. Avere un controller fisico associato ad un’interfaccia touch non è assolutamente una cosa da sottovalutare, anzi; le console del nuovo millennio non a caso spesso inglobano iPad. Vi invitiamo quindi a consultare la sezione Algoriddim dedicata proprio ai prodotti “djay-capable”.

Potete scaricare l’ app dall’ iTunes Store da questo link
https://itunes.apple.com/it/app/djay-2-for-iphone/id669198374