Dopo il tanto discusso ban di Huawei, rinnovato fino a maggio 2021, Trump non sembra aver finito con i suoi provvedimenti e nelle prossime settimane potrebbe perfino emanare un altro ban contro TikTok e alcuni app social cinesi, tra cui WeChat. A confermarlo è stato il capo gabinetto di Trump, Mark Meadows, che ha spiegato che non è stata fissata una precisa scadenza, ma che si potrebbe trattare di settimane e non di mesi.
Come molti di voi sapranno TikTok in questo periodo sta crescendo in maniera esponenziale e quello di cui Trump ha paura, è che possa ripetersi una situazione simile a quella successa con Huawei; e cioè che il social network possa essere utilizzato come veicolo per lo spionaggio e l’acquisizione di dati personali degli americani. Vale anche la pena osservare che secondo alcune teorie TikTok è stato indirettamente responsabile del fallimento del primo comizio di Trump post-coronavirus, a Tulsa, in cui si sono presentate molte meno persone del previsto. Proprio su TikTok era diventata virale un’iniziativa di boicottaggio che invitava gli utenti a prenotare un posto al comizio, anche se non vincolante, e poi non andarci.
Vero è che le indagini statunitensi sono iniziate ben prima, e che gli Stati Uniti non sono gli unici a non vedere di buon occhio la piattaforma. Appena ieri è stata multata dalla Corea del Sud per aver raccolto i dati personali di minori senza il loro consenso, in India è stata bandita insieme a molte altre app cinesi e il Garante della privacy UE ha detto che bisogna vederci più chiaro. Persino Anonymous invita a starne alla larga.
Dall’altra parte TikTok si sta impegnando molto nel prendere le dovute distanze con la Cina, per non essere collegata al Paese asiatico e accusata di spionaggio da parte degli Stati Uniti. ByteDance, la società che la possiede, sta addirittura valutando di trasferirsi negli Stati Uniti, e ha assunto un americano, l’ex dirigente Disney Kevin Meyer, come amministratore delegato. È inoltre importante precisare che TikTok è nato da un’azienda cinese, ma non è disponibile in Cina: per quel mercato è stata creata un’app analoga chiamata Douyin, proprio per evitare che il governo di Pechino obblighi TikTok a consegnare dati personali di utenti esteri.